Crisi climatica e sociale, transizione capitalistica: spunti per una riflessione

Ugo Mazza

La “crisi climatica”, fortemente intrecciata con la “crisi sociale”, interroga i governi di tutto il mondo; il riscaldamento globale determina fenomeni atmosferici esasperati
che colpiscono sempre più intensamente aree del globo terrestre e le popolazioni più esposte sono costrette a migrare per la desertificazioni o per l’innalzamento del livello del mare; crescono povertà e ingiustizie globali.
Anche il mondo religioso si interroga sul senso di questa crisi; Papa Francesco con la sua Lettera Enciclica Laudato Si’ è intervenuto nel dibattito evidenziando ragioni e responsabilità sistemiche del riscaldamento del globo contrapponendo alla «crescita infinita» il «concetto di limite» ambientale.

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A proposito di libertà

Editoriale di Aldo Tortorella n. 5/6 anno 2021

L’incubo della pandemia ha fatto tornare in discussione a livello popolare l’antica disputa sulla parola “libertà”. Ci si chiede, infatti, di quale libertà parlino coloro che manifestano sia perché ostili alla vaccinazione – i “no-vax” – sia perché contrari al certificato di avvenuta vaccinazione – i “no-greenpass”. Com’è evidente, in alcuni soggetti le due posizioni coincidono, in altri no. Ma, in ogni modo, le due ostilità andrebbero distinte anche se fanno causa comune ritenendosi egualmente espressioni di una minoranza oppressa. Nei no-vax, assieme alla paura e a pregiudizi conditi di inconsapevolezza, assieme a credenze strampalate e a vere forme maniacali, si mescola la strenua difesa del proprio corpo come entità inviolabile (presente, come si sa, anche in alcune tendenze religiose) e la diffidenza di alcuni esperti o affabulatori verso la lotta nuova a un nemico nuovo, ma incapaci di offrire altre soluzioni. Nei no- greenpass la diffidenza verso la vaccinazione assume il carattere di una rivendicazione munita di giustificazioni di principio (il certificato come forma di discriminazione anticostituzionale e come maschera della obbligatorietà) e di venature classiste dato il costo dei tamponi da usare come alternativa al vaccino. (Un filosofo televisivo, ostile al greenpass, ha costituito un comitato scientifico intitolato al dubbio sui vaccini: vivi auguri, ma in attesa dello scioglimento dei dubbi e visto che l’alternativa va ancora cercata ringraziamo i vaccini e i vaccinati che, nell’attesa, hanno limitato e limitano l’ecatombe).

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Sommario n. 5/6 – 2021

Editoriale
Aldo Tortorella, A proposito di libertà

Osservatorio 

Massimo Cavallini, Il “tanfo” che soffoca la democrazia americana
Romeo Orlandi, Pechino, vedi alla voce “partito comunista”
Franco Aqueci, I talebani e la teocrazia del mondo avvenire
Giorgio Mele, Pandemie e svolte storiche. La “spagnola” alla vigilia
del fascismo
Arianna Tassinari, Demetrio Panarello, Giorgio Tassinari,
Ignazio Drudi, Fabrizio Alboni, Francesco Bagnardi
,
Il peso
del potere economico nelle scelte sulla pandemia

Capitalismo e crisi ambientale
Ugo Mazza, Crisi climatica e sociale, transizione capitalistica: spunti per una riflessione
Paolo Cacciari, L’imbroglio del capitalismo green
Norbert Lantschner, Lo scenario energetico futuro. Geopolitica
e materie prime
Gianni Silvestrini, Obiettivi climatici più ambiziosi e trasformazione ecologica dell’economia
Laura Cima, L’ecofemminismo, rivoluzione necessaria e non violenta
Mario Agostinelli, Laudato Si’: conversione ecologica e sociale, partecipazione e rappresentanza
Piero Bevilacqua, Una rivoluzione passiva votata al fallimento
Daniela Padoan, Per una alleanza tra umanità e vivente. Il concetto di limite secondo Francesco
Sergio Fedele, Fermare la crisi climatica dal basso: la proposta
del “reddito ambientale”

Discussione
Roberto Finelli, Qualche nota su pandemia e fine della modernità

Laboratorio culturale 

Massimo Baldacci, Egemonia e pedagogia nei «Quaderni del carcere»
Antonio Di Meo, Note sulla «rivoluzione passiva». Paine, Cuoco,
Croce, Gramsci (e molti altri)
Lelio La Porta, L’opera letteraria di Marx
Aldo Garzia, Lucio Magri, il comunismo come orizzonte e la sinistra
del futuro

Schede critiche 

Giorgio Mele, La crisi e il “che fare?” della sinistra
Manfredi Alberti, Critica del liberismo in Italia
Matteo Gargani, Scritti di Lukács sulla dialettica e l’irrazionalismo
Pietro Garofalo, Capitalismo e democrazia

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La convenzione rifonda il Cile

Pubblichiamo l’articolo di Pierre Dardot, pubblicato nel numero 4-2021 di Critica Marxista

La spinta del movimento nato nell’ottobre 2019 e un anno dopo il referendum.
Aperto un nuovo processo costituente, evento unico nella storia cilena.
La presidente dell’Assemblea Elisa Loncòn, femminista e donna mapuche.
Parità di genere, presenza india, destra senza potere di veto.
Il conflitto sull’amnistia per i prigionieri politici e i poteri costituenti.
La via di un ribaltamento del centralismo neoliberista ereditato da Pinochet

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Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

Editoriale di Aldo Tortorella n.4-2021

Può sembrare assurdo, ma non lo è, dire che la disfatta americana ed europea nell’Afghanistan è prima di tutto la sconfitta politica e morale del modo
di essere e di pensare della potenza dominante e dei suoi affiliati. Può sembrare assurdo il dirlo dato che i vincitori rappresentano il peggio, anche se di
fronte agli stragisti dell’Isis, loro avversari, ora vengano considerati come il
meno peggio. Ma i Talebani significano comunque il totale rifiuto della democrazia, la negazione di ogni diritto delle donne, il dogmatismo fideista, il
culto dell’ignoranza e sono addirittura giudicati un’accolita di narcotrafficanti, come ha scritto un intenditore qual è Roberto Saviano. Ma, ricordato
tutto questo, bisogna chiedersi che cosa abbiano fatto e abbiano rappresentato agli occhi della maggioranza del popolo afgano questi occidentali arrivati
a suon di bombe che hanno compiuto stragi di civili inermi e si dichiarano
convinti di rappresentare il bene contro il male, la civiltà contro la barbarie
oltre che la religione giusta contro quella sbagliata.

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Sommario 4-2021

Editoriale
Aldo Tortorella, Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

Osservatorio
Vincenzo Vita
, E le stelle non stanno a guardare

Pierre Dardot, La Convenzione rifonda il Cile

Massimo Cavallini, Il “patto col diavolo” di Haiti

Laboratorio culturale
Marcos Del Roio
, L’arresto di Gramsci: le questioni ancora aperte

Francesco Aqueci, Colletti, il marxismo e Hegel

Giovambattista Vaccaro, Alle origini del dibattito
sull’automazione: Friedrich Pollock

Andrea Fedeli, Sindacato e partecipazione: le lotte operaie
del 1968-1969 come paradigma della democrazia

Igor Piotto, L’«immaginazione realistica». Uno studio
sul metodo di Lenin

Schede critiche 

Maurizio Auriemma, La Costituzione come progetto di cambiamento

Pasquale Voza, Nella «società di mercato»

Fabio Vander, Populismo e crisi della politica

Antonino Infranca, Marxismo e comunismo in Tosel

Giuseppe Cospito, Marx nel XXI secolo 

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La missione della scienza e quella della politica

l’editoriale di Aldo Tortorella sul numero 3|2021 di Critica Marxista

Il problema non è se debba comandare la politica o la scienza come è apparso e appare più o meno esplicitamente in molte discussioni pubbliche di questi infiniti tempi di pandemia. Il problema è lo stato della cultura politica e quello del sapere scientifico nel tempo presente. E il rapporto dell’una, la politica, e dell’altra, la scienza, con la propria missione.

Nei suoi termini tradizionali la questione del rapporto tra scienza e politica non è cosa nuova, è tema vecchio quanto la civiltà cui apparteniamo, anche se la parola “scienza” non indicava il medesimo oggetto mentale concepito da Galilei in poi. Da allora, come si sa, la scienza ha coinciso con il metodo sperimentale separandosi dalle credenze di fede o dalle ipotesi deduttive di una qualche supposta verità certa esposta in sembianze filosofiche.

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