Determinanti delle differenze regionali nell’intensità delle misure restrittive durante la prima ondata del Covid-19

di Ariannna Tassinari (Max Planck Institute for Social Research, Colonia), Demetrio Panarello, (Università di Bologna), Giorgio Tassinari (Università di Bologna), Ignazio Drudi (Università di Bologna), Fabrizio Alboni (Università di Bologna), Francesco Bagnardi (Europea University Institute, Fiesole) 

Introduzione

Una sfida decisiva che i governi hanno dovuto affrontare nella formulazione delle politiche pubbliche di risposta alla crisi del Covid-19 è stata quella di bilanciare la tensione tra salvaguardia della salute pubblica e difesa dell’attività economica per non compromettere il potenziale di crescita economica e prevenire la diminuzione dell’attività economica, con la conseguente perdita di posti di lavoro e di imprese (Anderson et al., 2020). Uno degli aspetti più importanti all’interno di questa antinomia è la questione della scansione temporale e dell’estensione delle restrizioni sulle attività economiche durante il lockdown. In questo articolo affrontiamo il tema del difficile bilanciamento, fonte di forti tensioni politiche e sociali, tra salvaguardia della salute della popolazione e protezione dell’economia.

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Qualche nota su pandemia e fine della modernità

Roberto Finelli

L’epidemia globale di Covid-19 è un evento epocale: chiude la fase della modernità che da cinque secoli ha garantito la crescita quantitativa.
La crisi ambientale dimostra che il modello di sviluppo deve mutare.
Il capitalismo aggraverà i conflitti sul controllo delle risorse sempre più scarse.
Un’alternativa può nascere solo costruendo una nuova soggettività contro la logica dominante del calcolo astratto.
Apriamo una discussione.

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Crisi climatica e sociale, transizione capitalistica: spunti per una riflessione

Ugo Mazza

La “crisi climatica”, fortemente intrecciata con la “crisi sociale”, interroga i governi di tutto il mondo; il riscaldamento globale determina fenomeni atmosferici esasperati
che colpiscono sempre più intensamente aree del globo terrestre e le popolazioni più esposte sono costrette a migrare per la desertificazioni o per l’innalzamento del livello del mare; crescono povertà e ingiustizie globali.
Anche il mondo religioso si interroga sul senso di questa crisi; Papa Francesco con la sua Lettera Enciclica Laudato Si’ è intervenuto nel dibattito evidenziando ragioni e responsabilità sistemiche del riscaldamento del globo contrapponendo alla «crescita infinita» il «concetto di limite» ambientale.

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A proposito di libertà

Editoriale di Aldo Tortorella n. 5/6 anno 2021

L’incubo della pandemia ha fatto tornare in discussione a livello popolare l’antica disputa sulla parola “libertà”. Ci si chiede, infatti, di quale libertà parlino coloro che manifestano sia perché ostili alla vaccinazione – i “no-vax” – sia perché contrari al certificato di avvenuta vaccinazione – i “no-greenpass”. Com’è evidente, in alcuni soggetti le due posizioni coincidono, in altri no. Ma, in ogni modo, le due ostilità andrebbero distinte anche se fanno causa comune ritenendosi egualmente espressioni di una minoranza oppressa. Nei no-vax, assieme alla paura e a pregiudizi conditi di inconsapevolezza, assieme a credenze strampalate e a vere forme maniacali, si mescola la strenua difesa del proprio corpo come entità inviolabile (presente, come si sa, anche in alcune tendenze religiose) e la diffidenza di alcuni esperti o affabulatori verso la lotta nuova a un nemico nuovo, ma incapaci di offrire altre soluzioni. Nei no- greenpass la diffidenza verso la vaccinazione assume il carattere di una rivendicazione munita di giustificazioni di principio (il certificato come forma di discriminazione anticostituzionale e come maschera della obbligatorietà) e di venature classiste dato il costo dei tamponi da usare come alternativa al vaccino. (Un filosofo televisivo, ostile al greenpass, ha costituito un comitato scientifico intitolato al dubbio sui vaccini: vivi auguri, ma in attesa dello scioglimento dei dubbi e visto che l’alternativa va ancora cercata ringraziamo i vaccini e i vaccinati che, nell’attesa, hanno limitato e limitano l’ecatombe).

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La convenzione rifonda il Cile

Pubblichiamo l’articolo di Pierre Dardot, pubblicato nel numero 4-2021 di Critica Marxista

La spinta del movimento nato nell’ottobre 2019 e un anno dopo il referendum.
Aperto un nuovo processo costituente, evento unico nella storia cilena.
La presidente dell’Assemblea Elisa Loncòn, femminista e donna mapuche.
Parità di genere, presenza india, destra senza potere di veto.
Il conflitto sull’amnistia per i prigionieri politici e i poteri costituenti.
La via di un ribaltamento del centralismo neoliberista ereditato da Pinochet

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Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

Editoriale di Aldo Tortorella n.4-2021

Può sembrare assurdo, ma non lo è, dire che la disfatta americana ed europea nell’Afghanistan è prima di tutto la sconfitta politica e morale del modo
di essere e di pensare della potenza dominante e dei suoi affiliati. Può sembrare assurdo il dirlo dato che i vincitori rappresentano il peggio, anche se di
fronte agli stragisti dell’Isis, loro avversari, ora vengano considerati come il
meno peggio. Ma i Talebani significano comunque il totale rifiuto della democrazia, la negazione di ogni diritto delle donne, il dogmatismo fideista, il
culto dell’ignoranza e sono addirittura giudicati un’accolita di narcotrafficanti, come ha scritto un intenditore qual è Roberto Saviano. Ma, ricordato
tutto questo, bisogna chiedersi che cosa abbiano fatto e abbiano rappresentato agli occhi della maggioranza del popolo afgano questi occidentali arrivati
a suon di bombe che hanno compiuto stragi di civili inermi e si dichiarano
convinti di rappresentare il bene contro il male, la civiltà contro la barbarie
oltre che la religione giusta contro quella sbagliata.

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La missione della scienza e quella della politica

l’editoriale di Aldo Tortorella sul numero 3|2021 di Critica Marxista

Il problema non è se debba comandare la politica o la scienza come è apparso e appare più o meno esplicitamente in molte discussioni pubbliche di questi infiniti tempi di pandemia. Il problema è lo stato della cultura politica e quello del sapere scientifico nel tempo presente. E il rapporto dell’una, la politica, e dell’altra, la scienza, con la propria missione.

Nei suoi termini tradizionali la questione del rapporto tra scienza e politica non è cosa nuova, è tema vecchio quanto la civiltà cui apparteniamo, anche se la parola “scienza” non indicava il medesimo oggetto mentale concepito da Galilei in poi. Da allora, come si sa, la scienza ha coinciso con il metodo sperimentale separandosi dalle credenze di fede o dalle ipotesi deduttive di una qualche supposta verità certa esposta in sembianze filosofiche.

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La storia dei vaccini : 
medicina, politica ed economia

Pubblichiamo la versione integrale dell’articolo scritto dal prof. Fantini per Critica Marxista n.3/2021. Nell’edizione cartacea della rivista è entrata, con il consenso dell’autore, la seconda parte dello scritto, relativa alla situazione attuale determinata dalla Covid 19. Ancora un grazie all’autore per il suo importante contributo | (Scarica l’articolo con note in PDF)

Bernardino Fantini | Università di Ginevra

Introduzione. Attualità della vaccinazione

La vaccinazione è il più “eroico” dei rimedi sanitari, l’atto medico più celebre, un simbolo della tecnologia medica. Accanto al gesto che cura, presente sin dall’antichità in sculture, bassorilievi e vasi, si associa a partire dalla fine del Settecento, con la prima vaccinazione contro il vaiolo realizzata da Edward Jenner, il gesto che previene, che crea uno scudo protettivo della salute individuale e collettiva contro il vaiolo, la malattia all’epoca più temuta ma che diverrà poi anche la prima malattia grave ad essere eliminata, eradicata, con uno sforzo cosciente e globale di politica sanitaria internazionale basato sulla copertura vaccinale di intere popolazioni. La storia dei vaccini è relativamente breve, coprendo poco più di due secoli, dalla fine del Settecento a oggi, ma è estremamente densa di innovazioni scientifiche e tecnologie, di  controversie intorno alle politiche vaccinali e di impatti profondi sulla vita delle persone e delle collettività.

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medicina, politica ed economia”

CRISI DEL GOVERNO RAPPRESENTATIVO E MODELLI ALTERNATIVI

Articolo di Cesare Salvi sul numero 5-6 2020 di Critica Marxista

Il problema del parlamento non è il numero degli eletti ma la progressiva espropriazione dei suoi poteri costituzionali.Una questione non solo italiana ma di tutto l’Occidente. Governi elitari, postdemocrazie e neoautoritarismi nell’Est europeo. Tendenze aggravate dalla pandemia. I rimedi possibili. Sorteggi, referendum, pratiche deliberative. Il ruolo strategico del web. Nel recente referendum costituzionale poco si è parlato di quello che è oggi il problema principale del parlamento italiano (e non solo); che non è, a mio avviso, il numero dei suoi componenti, ma la progressiva espropriazione dei suoi poteri costituzionali (anzitutto quello di legiferare) avvenuta nell’ultimo ventennio e accentuata dalla pandemia, a opera e a vantaggio di molti soggetti nazionali (il governo, le autorità e agenzie amministrative c.d. indipendenti) e sovranazionali (l’Unione europea, anzitutto, ma non solo). Fino a tempi recenti si contrapponevano gli idealtipi della democrazia decidente (e quindi la legge elettorale maggioritaria) e della democrazia rappresentativa (e quindi il sistema proporzionale). Ancora oggi se ne discute, ma le ragioni del dibattito sembrano più legate alla convenienza di partiti e schieramenti, che alla prevalenza dell’una o dell’altra idea di democrazia.

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GLI OPERAI, LE DONNE, I RITARDI DELLA SINISTRA.

Tre scritti di Rossana Rossanda sul numero 5/6-2020

Scegliere alcuni scritti di Rossana Rossanda per riascoltare direttamente il tono e la ricchezza delle sue riflessioni e della sua ricerca sui conflitti sociali, politici ed economici, e sulla soggettività dei percorsi animati dalla volontà di cambiare lo stato presente delle cose è assai arduo. Tanta è la varietà dei suoi interessi e ampio lo spettro delle situazioni vissute e analizzate.

Dunque qualunque scelta rischia di essere arbitraria ed è certamente parzialissima.

Qui di seguito pubblichiamo tre interventi significa- tivi di stagioni molto diverse e importanti nella storia dell’Italia e del mondo, e del percorso intellettuale, politico e umano di Rossanda.

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