di Piero Di Siena – Critica Marxista n.4/2022
Se la “via di uscita” fosse la probabile vittoria della destra potrebbe essere in pericolo lo stesso assetto costituzionale. Tramonta l’idea di un “campo largo” di centrosinistra con Pd e 5 Stelle che pure aveva colto qualche affermazione nelle elezioni locali. L’ipotesi incerta di un “centro” nel nome dell’“agenda Draghi”. L’esempio Mélenchon e le divisioni indotte dalla guerra di Putin.
All’indomani della crisi del governo Draghi, dello scioglimento delle Camere e dell’indizione delle elezioni politiche a settembre è lecito chiedersi se si intravvede una via di uscita dal “grande disordine sotto il cielo” (per parafrasare Mao Tse tung) che da oltre un decennio affligge la politica italiana.
Se questa via di uscita ci fosse, tuttavia, le prospettive sarebbero a dir poco inquietanti. Da come si è consumata la crisi la destra parte avvantaggiata alle elezioni. E il fatto che Berlusconi sia rientrato in campo come uno dei principali protagonisti della scena politica ci dice anche che l’obiettivo successivo alla vittoria elettorale potrebbe essere l’interruzione del secondo settennato di Mattarella e l’avvio di quelle riforme costituzionali di segno presidenzialista che da decenni la destra persegue senza successo. (…)